Chi siamo

Il nostro laboratorio nasce con lo spirito di riproporre vecchi metodi di preparazione di un antico tipo di pane molto diffuso nella tradizione della Sardegna, il pane CIVRAXIU. Per fare questo abbiamo fatto un tuffo nel passato recuperando l’uso di una miscela sapientemente dosata di farina, semola e semolato di grano duro coltivato in Trexenta (zona della nostra isola ad alta vocazione produttiva sin dai tempi dei romani) principalmente della varietà più pregiata Senatore Cappelli (un grano dalle ariste scure, più ricco di amminoacidi, vitamine e minerali, mai manipolato geneticamente e con caratteristiche di alta digeribilità) frantumato da un tradizionale mulino a pietra locale che ne mantiene intatte tutte le proprietà nutritive.

Abbiamo quindi utilizzato l’antico metodo della lievitazione naturale con il lievito madre che viene ogni giorno rigenerato per quello successivo e infine scelto la cottura nel forno a legna con uso esclusivo di arbusti della macchia mediterranea come il lentishio e il corbezzolo.

Il risultato è un pane dal profumo intenso e gradevole, dal sapore deciso e dalla lunga durata: il pane di una volta….Durante la cottura infatti il cuore del nostro Civraxiu resta protetto dal calore elevato del forno a legna, i preziosi microrganismi della lievitazione naturale rimangono vivi e continuano a lavorare anche dopo che il pane è stato sfornato. Ecco perchè il nostro Civraxiu rimane saporito e si conserva per diversi giorni dopo la cottura. E come facevano i nostri nonni gli avanzi possono essere riciclati per la preparazione di saporite bruschette con l’olio extravergine d’oliva o per preparare piatti della tradizione popolare come il “pane a suppasa”.

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Pane Civraxiu
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Cottura del pane Civraxiu nel forno a legna

Il pane e i dolci "cotti a legna"

Caratteristica peculiare di tutte le nostre produzioni, dal pane ai dolci e al pistoccu, sta nel fatto che i ritmi sono dettati dal forno a legna; non essendoci nessun termometro interno è operazione di grande abilità, esperienza e fatica avere un prodotto finale che sposi giusta lievitazione e cottura.

Per riuscire in ciò ci siamo rifatti ai segreti delle nostre nonne, e gli espedienti che loro usavano: dopo il pane e le prazzidas (le tipiche pagnotte ripiene di verdura) il forno è ideale per la cottura degli amaretti e dei dolci alle mandorle, per proseguire con i bianchini e terminare con il pistoccu, pane antico che tosta a basse temperature per diverse ore. Un lavoro certosino i cui tempi sono decisi esclusivamente dalla componente umana, esattamente come avveniva una volta quando si preparava il pane per tutta la settimana o quando ci si riuniva nei vicinati per preparare i dolci per le feste.